“Non ci ferma la pandemia, noi continuiamo a vele spiegate, quest’anno avremmo voluto fare molto di più dello scorso anno. Il progetto è molto piaciuto, abbiamo capito come funziona, sappiamo muoverci all’interno e all’esterno della scuola, ma certo non possiamo realizzare molte delle nostre idee… Tuttavia i nostri bisogni rimangono, alcuni cambiano, altri si modificano: forse avremmo bisogno di parlare insieme di elezioni, come farle funzionare, confrontarci meglio su come progettare e risolvere problemi, forse esistono nuovi strumenti che possiamo imparare ad usare…”. Gli studenti sono maturati, un po’ delusi ma motivati, ormai sanno che un buon progetto è sempre un riprogettare, dunque in pandemia riorientano dopo qualche incontro a distanza il focus dei loro progetti.
“Forse il senso del progetto è anche quello di imparare a chiedere ed esplicitare un bisogno, nella consapevolezza di essere ascoltati realmente” dice una professoressa. Così gli studenti chiedono di parlare, di incontrarsi, di costruire insieme percorsi di dialogo. Vengono realizzati un ciclo di conferenze e di lezioni con temi differenti: rispetto dell’ambiente, dinamiche di gruppo, strumenti di progettazione e monitoraggio personale.
Se i progetti concreti non sono stati realizzati, le lezioni sì; lezioni che Comunit-Azione ha costruito, facendosi strada tra docenti e studenti, all’interno delle modalità operative di tutti. I migliori frutti sono quelli che maturano con il giusto tempo e così si guardano a futuri tavoli di riprogettazione e lavoro per confrontarsi su approcci educativi multimodali che consentano esperienze di cittadinanza attiva che divengano reali momenti di crescita individuale e di gruppo, di sapere sapienti e di buone prassi operative.